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Lo Smart Working è (ancora) una rivoluzione

Milano, 24 luglio 2025

Flessibilità, fiducia e KPI: come rendere efficace lo Smart Working senza perdere il controllo

A oltre cinque anni dall’introduzione massiva dello Smart Working, il mondo del lavoro continua a ridefinire il concetto di presenza, produttività e benessere. Oggi più che mai, le aziende si trovano di fronte a una sfida strategica: trasformare la flessibilità in un modello operativo solido, che garantisca al tempo stesso efficienza organizzativa, continuità operativa e centralità della persona.

Un recente report condotto da Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano1 evidenzia che il 79% delle imprese italiane con oltre 250 dipendenti ha formalizzato un modello di lavoro ibrido o completamente da remoto. Eppure, solo il 38% dichiara di aver definito metriche chiare per valutare le performance nei nuovi contesti flessibili.

Flessibilità: libertà organizzativa e benessere personale

Lo Smart Working ha evidenziato benefici significativi per i lavoratori: una maggiore autonomia, migliore equilibrio vita-lavoro, riduzione del tempo per gli spostamenti e più opportunità di concentrazione.

Tuttavia, l’autonomia richiede una nuova capacità di auto-organizzazione, gestione dei tempi e coordinamento con i colleghi. Senza una governance adeguata, si rischiano sovraccarichi cognitivi, disallineamenti e isolamento.

Operatività: continuità, controllo e risultati

Dal lato organizzativo, lo smart working sfida i modelli tradizionali di controllo e presenza fisica. Serve una leadership capace di guidare per obiettivi, valutare attraverso KPI condivisi, e mantenere coesione nei team distribuiti.

La tecnologia è solo un facilitatore: ciò che conta è la cultura aziendale. Chi ha saputo investire in formazione, comunicazione e gestione del cambiamento è riuscito a mantenere, e in molti casi aumentare, i livelli di performance.

Le condizioni per uno Smart Working efficace

Per coniugare flessibilità e operatività, le imprese devono puntare su quattro pilastri:

  1. Definizione di obiettivi chiari e misurabili
    Stabilire obiettivi ben definiti consente al team e ai singoli di concentrarsi su risultati concreti. Quando tutti sanno cosa ci si aspetta da loro e come verranno misurate le prestazioni, si aumenta l’allineamento interno e la motivazione. Questo approccio favorisce anche la trasparenza e il riconoscimento del merito.
  2. Formazione manageriale sulla gestione a distanza
    Guidare un team distribuito richiede nuove competenze. I manager devono sviluppare capacità di comunicazione empatica, gestione delle performance a distanza e ascolto attivo. Serve anche saper costruire relazioni significative in un contesto virtuale. Investire nella formazione su questi temi migliora la coesione del team e previene il rischio di isolamento o burn-out.
  1. Strumenti digitali integrati e sicuri
    L’uso di piattaforme collaborative permette una gestione fluida dei progetti e favorisce la condivisione della conoscenza. È altrettanto cruciale garantire la sicurezza di dati e comunicazioni, integrando soluzioni con autenticazione a più fattori, backup automatici e policy di accesso ben definite.
  2. Cultura della fiducia e della responsabilità diffusa
    Un’organizzazione che promuove la fiducia reciproca e l’autonomia individuale è più resiliente e adattabile. Ciò implica responsabilizzare le persone e creare un ambiente in cui si possa sbagliare e apprendere. La cultura della fiducia rafforza anche l’engagement e stimola l’innovazione.

Solo così è possibile evitare che la flessibilità si trasformi in improvvisazione o perdita di controllo.

1. Il Sole 24ore https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/osservatorio-smart-working-polimi-4-mln-smart-worker-italia-lavoro-agile-restera-89percento-grandi-aziende-e-62percento-pa-AE3VZgu